Agathe è elegante, raffinatissima e colta. Patrick è rozzo, volgarissimo e ignorante. Insieme, però, sono come la nitroglicerina, pronta a deflagrare in un’esplosione di risate. Pur attingendo da situazioni al limite – la signora di classe che si trova, suo malgrado, ad avere a che fare con un insopportabile villano – che il cinema ha abbondantemente esplorato, Anne Fontaine in Mon pire cauchemar trasforma lo scontro di due mondi socialmente agli antipodi in un duello meravigliosamente esilarante.
La dama super chic, algida e dai nervi d’acciaio trova, infatti, pane per i suoi denti in un “avversario”, solo una spanna più su di un troglodita, ma che non si lascia intimidire dalla sua lingua affilata, né dai suoi modi da dittatore.
Sullo sfondo di interni lussuossimi – dall’appartamento della donna alla galleria d’arte dove lavora – la Fontaine fa muovere i suoi personaggi per la maggior parte del tempo, senza disdegnare delle irresistibili incursioni in luoghi improbabili come l’officina con lavaggio d’auto “hot” e il furgone che, esplicitamente, pubblicizza le “meraviglie” di tale servizio. Il confronto tra i due si consuma a colpi di battute al vetriolo e alle smorfie di altolocato disprezzo di Agathe fanno da contraltare le espressioni triviali e di plebeo realismo di Patrick.
La regista lussemburghese, sovrapponendo due strati sociali diversissimi, tesse una trama di irresistibile comicità, realizzando dallo scontro tra gli opposti una commedia umana di raffinato e intelligente umorismo. I conflitti che emergono, infatti, non risiedono soltanto nelle differenze di classe ma esplodono all’interno di quei concetti fondamentali per l’appartenenza sociale come la coppia e la famiglia. Il ciclone-Patrick, infatti, irrompe nel dorato quanto glaciale universo di Agahte e del suo compagno François frantumandone gli schemi e mentre sfonda – fisicamente – i muri della loro casa come muratore, demolisce anche quel recinto di ipocrisie che separa il “bourgeois bohemien” dal resto del mondo reale.
Il falso conformismo di un certo tipo di ambiente, viene messo alla berlina con sottile ironia e rappresentato alla perfezione dalla figura di un fin troppo mite e “democratico” François, vittima a sua volta di un perbenismo di facciata il cui mestiere di editore (“gli altri sgobbano, mentre tu non fai un c…” osserva argutamente Patrick) lo ha ormai assuefatto alla patina del successo che cela, spesso, la mediocrità.
L’eccellente trio, Isabelle Huppert, Benoît Poelvoorde e André Dussolier, funziona alla perferzione, sostenuto da una sceneggiatura brillante che riesce nella non semplice impresa di mantenere in equilibrio ironia e comicità senza lasciarsi tentare dalla facilità della battuta.
Mon pire cauchemar è uno smagliante esempio di un cinema di classe in grado di donare nuova linfa ad un genere, quello della commedia, troppo spesso svilito dall’ovvietà del farsesco.
© CultFrame 10/2011
TRAMA
Agathe è una colta e raffinata direttrice di una galleria d’arte che vive con il suo compagno François, editore, in un lussuoso appartamento di Parigi. Il loro figlio adolescente ha stretto un’amicizia fraterna con Tony, un ragazzino dall’intelligenza brillante. Agathe è entusiasta del nuovo amico di di suo figlio ma quando fa la conoscenza del padre resta, a dir poco, turbata. Il genitore del ragazzo, Patrick, è un uomo rozzo e volgarissimo, vive di lavoretti saltuari ed è costantemente monitorato dai servizi sociali. Le circostanze fanno in modo che, bizzarramente, Agathe e Patrick entrino in contatto. Agli antipodi come sono i due fanno scintille ma la presenza di questo rozzo intruso costringerà la donna a mettere in discussione se stessa e le sue scelte. Come mai e poi mai avrebbe immaginato…
CREDITI
Titolo: Mon pire cauchemar / Regia: Anne Fontaine / Sceneggiatura: Nicolas Mercier, Anne Fontaine / Fotografia: Jean-Marc Fabre / Musica: Bruno Coulais / Montaggio: Luc Barnier / Interpreti: Isabelle Huppert, Benoît Poelvoorde, André Dussolier, Virginie Efira / Produzione: Francis Boespflug, Philippe Carcassonne, Bruno Pesery, Jérôme Sydoux / Distribuzione: Bim /Paese: Francia, Belgio 2011 / Durata:99 minuti
LINK
Filmografia di Anne Fontaine
Festival Internazionale del Film di Roma
BIM