In un villaggio polacco poverissimo in cui i ragazzi vivono di lavoro agricolo o spaccando pietre, si divertono bevendo, spintonando lo scemo del villaggio o dandosi con sprezzo dell’“ebreo”, c’è una parrocchia cattolica con annesso una specie di riformatorio. Lo gestisce il prete Adam insieme a un assistente la cui moglie, Ewa, si annoia a morte e vorrebbe distrarsi seducendo Adam: Adamo, Eva e la serpe. Ma in questa storia di tentazioni proibite, di tradimento e ipocrisia (ecclesiastica e famigliare) non è la donna a indurre Adamo in tentazione. Il film racconta infatti le difficoltà di un uomo di venire a patti con la sua omosessualità, cosa che la sua appartenenza alla Chiesa non fa che rendere ancor più complicata….o forse no.
Correndo chilometri nella foresta e bevendo per sublimare la sua disperazione, questo prete bello lotta per limitare l’affetto che prova verso i ragazzi con cui lavora nei confini del suo ruolo di guida spirituale e di padre simbolico, ritrovandosi però sconvolto e disarmato dalla passione per un ragazzo del paese, piromane per di più. Ancora una volta, dopo Elles, Małgośka Szumowska torna a inquadrare, con la capacità di non negare momenti di ironia a un insieme tragico, una situazione moralmente scivolosa da una prospettiva che le permette di raccontare una vicenda sospendendo ogni giudizio sui suoi protagonisti.
La sospensione del giudizio trova inoltre un suo corrispettivo formale nelle numerose ellissi attraverso cui l’autrice sviluppa il suo lavoro che, senza nulla togliere al nitore narrativo, giocano in modo interessante con il cinema stesso: con il suono, il buio, la parola, l’allusione, la memoria, l’intuito. Quella tra Adam e il giovane piromane non è altro che una storia d’amore ricca di tensione e dubbi, che si sviluppa all’interno di una comunità allo stesso tempo sostenuta e oppressa dalla Chiesa cattolica. Con la capacità di ironizzare e di dissacrare senza banalizzare, Małgośka Szumowska riesce a inquadrare il complicato rapporto tra fede e sessualità puntando l’obiettivo, senza alcun fine scandalistico o di pura cronaca, sul grande tabù che l’omosessualità costituisce ancora per quella che secondo alcuni è la più grande comunità omosessuale globale.
© CultFrame 02/2013
TRAMA
Adam gestisce con passione la parrocchia di cui è il parroco e la piccola comunità di recupero per giovani delinquenti annessa. La vita con questi ragazzi difficili non è tanto dura da gestire quanto i segreti e di dubbi morali che affliggono il prete. Una serie di accadimenti drammatici costringeranno l’uomo a venire a patti con se stesso, con l’amore, la fede, le istituzioni.
CREDITI
Titolo originale: W imię… / Titolo internazionale: In The Name Of… / Regia: Małgośka Szumowska / Sceneggiatura: Małgośka Szumowska, Michał Englert / Fotografia: Michał Englert / Montaggio: Jacek Drosio / Scenografia: Marek Zawierucha/ Interpreti: Andrzej Chyra, Mateusz Kosciukiewicz, Maja Ostaszewska / Produzione: Agnieszka Kurzydło / Paese: Polonia / Anno: 2013 / Durata: 101 minuti
LINK
CULTFRAME. Elles. Un film di Malgoska Szumowska di Silvia Nugara
Filmografia di Małgośka Szumowska
Berlinale – Il sito