Coup de chance⋅Un film di Woody Allen

Considerato il cinquantesimo film di Woody Allen, Coup de chance era annunciato come una sorta di contraltare parigino del londinese Match point  (2005) e forse come l’ultimo lungometraggio diretto dal suo prolifico autore ormai prossimo a compiere ottantotto anni. In realtà, i conteggi dell’opus alleniano non sono proprio univoci, il regista ha dichiarato presentando il film alla Mostra di Venezia 2023 che ha un’ottima idea per tornare a girare a New York, ma è disposto a correre persino in Islanda in caso di produttori interessati a chiamarlo in quel paese, e i toni di Coup de chance virano maggiormente sulla commedia – nell’onda di Crimini e misfatti (1989) – rispetto a quel Match point che è considerato uno dei capolavori dell’ultima parte della sua carriera.

Di sicuro, Coup de chance è il primo film realizzato da Allen interamente in lingua francese, con un cast francofono. Inoltre, i dilemmi morali suscitati dalla possibilità di un adulterio o di un delitto, così come il tema del trionfo del caso che si abbatte sulle umane ambizioni portando arbitrariamente fortune e sventure, sono da sempre al centro di moltissime opere del regista newyorkese, compresi alcuni suoi racconti riuniti nel recente Zero Gravity (La Nave di Teseo, 2022) dove per esempio si interroga persino sulla “morale” delle auto a guida autonoma.

A innescare l’intrigo del film, con l’incontro casuale tra due ex compagni di scuola, è quindi l’occasione che si presenta alla protagonista di compiere o meno un tradimento coniugale. Circolarmente, nel finale che non va assolutamente svelato a chi ancora non l’abbia visto, un altro “colpo” del destino chiude il racconto e risolve la tensione suscitando facilmente l’applauso in sala. Le dinamiche tra i quattro personaggi principali, i due coniugi, la madre di lei giunta a Parigi al momento giusto e l’amante della ragazza, sono infatti costruite con perizia di scrittura tutta alleniana e con la sua consueta abilità di giocare sui cliché tanto nei caratteri tra i protagonisti quanto nel contorno. Se Fanny (Lou de Laâge), da giovane sensibile al fascino bohémien, ha sposato il facoltoso Jean (un Melvil Poupaud giocosamente in parte) appena dopo aver terminato una storia d’amore con un musicista spiantato, il marito non guarda in faccia a nessuno pur di avere ciò che desidera, donne, denari o trenini elettrici da collezione, e risponde alla moglie ritrosa a farsi esibire come un trofeo che non si può essere “troppo sexy” come è impossibile essere “troppo ricchi”. Lo scrittore romantico Niels Schneider, in un ruolo totalmente antitetico a quello appena interpretato nella serie D’argent et de sang di Xavier Giannoli il cui personaggio ha invece diversi punti in comune con quello di Poupaud, è quasi inconsistente nel suo essere una pura funzione di rivale per il marito di lei. E poi c’è Valérie Lemercier, la suocera impicciona e determinata a scoprire gli scheletri nell’armadio del genero.

Quanto all’ambientazione parigina, non riproponendoci i Lungo Senna notturni di Tutti dicono I Love You (1996) e di Midnight in Paris (2011), Allen e l’“autore della fotografia cinematografica” (così ama definirsi) Vittorio Storaro filmano soprattutto luminosi parchi urbani e lussuosi interni. Alla città si alterna però la campagna, dove i coniugi si trasferiscono nei fine settimana in modo che lui possa dilettarsi ad andare a caccia nei boschi limitrofi alla loro seconda casa. Malgrado l’apparente leggerezza della colonna sonora jazzata, il “rumore bianco” della morte si fa via via sempre più presente nel film, essendo l’avventura extra-coniugale di Fanny il movente ideale per Jean di provare a compiere il più classico dei “delitti perfetti”. Fino al sorprendente epilogo finale.

© CultFrame 12/2023

TRAMA
Un giorno Fanny, impiegata in una casa d’aste parigina, s’imbatte accidentalmente in Alain, suo ex compagno di liceo negli Stati Uniti, che all’epoca la amava alla follia. Lui è oggi uno scrittore giramondo, giunto a Parigi per ultimare un romanzo, mentre lei è sposata con il ricco finanziere Jean che non le fa mancare alcun agio: ma quello coniugale è il vero amore della sua vita?

CREDITI
Regia: Woody Allen / Sceneggiatura: Woody Allen / Montaggio: Alisa Lepselter / Fotografia: Vittorio Storaro / Scenografia: Véronique Melery / Costumi: Sonia Grande / Interpreti: Lou de Laâge, Melvil Poupaud, Niels Schneider, Valérie Lemercier, Guillaume de Tonquédec / Paese, anno: Francia-Regno Unito, 2023 / Produzione: Dippermouth / Distribuzione: Lucky Red  

Claudio Panella

Claudio Panella, Dottore di ricerca in Letterature e Culture Comparate, si interessa in modo particolare alle interazioni tra la letteratura e le arti, alle trasfigurazioni letterarie del paesaggio e della città, alle rappresentazioni del lavoro industriale e post-industriale nella letteratura italiana ed europea. Attualmente è redattore di Punto di Svista - Arti Visive in Italia e CultFrame - Arti Visive.

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